FRODE DA 400 MILA MASCHERINE A TORINO. COINVOLTO UN IMPRENDITORE CINESE CON AUTO DI GROSSA CILINDRATA, AUTISTA E INTERPRETE
Scritto da Alberto Barcellona on 16 Aprile 2020
FRODE DA 400 MILA MASCHERINE A TORINO. COINVOLTO UN IMPRENDITORE CINESE CON AUTO DI GROSSA CILINDRATA, AUTISTA E INTERPRETE
Sequestrata una vera e propria montagna di dispositivi di protezione importata illecitamente dai varchi doganali – aeroportuali (Malpensa e Ciampino) e illecitamente commercializzata in tutta Italia. Teatro delle operazioni, condotte nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino, sono stati i quartieri “Aurora” e “Parella” del capoluogo piemontese, e i comuni di Moncalieri e di Orbassano, nella prima cintura torinese, e di Maddaloni, nel casertano.
Quattro gli imprenditori cinesi finiti nei guai. Dopo avere, in concorso tra loro, introdotto in Italia “container” di mascherine protettive “tipo FFP2” e chirurgiche, approfittando della situazione emergenziale connessa alla diffusione dell’epidemia da covid-19.
La loro idea era quella di importare con le stesse modalità 5 milioni di mascherine, nell’arco di una settimana. Così come ha raccontato ai Finanzieri uno dei soggetti coinvolti nell’inchiesta (S.K., 26 anni, laureatosi al Politecnico di Torino). Il quale in caserma si è presentato a bordo di un’auto di grossa cilindrata, con vetri scuri e tanto di autista e interprete.
Due delle imprese coinvolte, già all’inizio del periodo nero, aveva aperto una Partita Iva per il commercio all’ingrosso di dispositivi medici o protesi ortopediche. E in breve tempo, dichiarando falsamente in sede di controllo frontaliero che il materiale fosse destinato a “servizi essenziali” o di “pubblica utilità”, hanno usufruito dello “svincolo diretto”.
Nella sede legale dell’azienda che ha importato merci per centinaia di migliaia di euro, in una stanzetta vuota di via Giacomo Medici, nel quartiere “Parella”, era presente solo uno scatolone con dentro 700 kit per diagnosticare il contagio da covid-19, non conformi alla normativa in vigore relativamente alla produzione ed alla importazione.
I Finanzieri del Gruppo pronto impiego Torino, pedinando i vari spostamenti dei soggetti coinvolti e monitorando costantemente il flusso delle importazioni, grazie al contributo di personale del Nucleo antifrode dell’Agenzia delle dogane e monopoli di Torino, hanno rinvenuto e sequestrato in poche ore l’ingente quantitativo citato.
Le prime cento mila mascherine sono state sequestrate a Moncalieri, nel magazzino di un noto market cinese. Altrettante, in seguito, in un ristorante sushi di Orbassano. Ovviamente chiuso per gli obblighi di questi giorni, al posto dei clienti, adagiati sopra le sedie, sono stati trovati ben allineati numerosi scatoloni pieni di “chirurgiche”.
E intanto un altro carico viaggiava in direzione di Napoli, ma ad aspettarlo a Maddaloni, c’erano i finanzieri campani, in stretto contatto con il reparto torinese, che lo hanno intercettato e posto sotto sequestro.
Il materiale sarà consegnato alla Protezione civile, grazie ai provvedimenti emessi dai Pubblici ministeri Vincenzo Pacileo, Marco Gianoglio e Alessandro Aghemo della Procura della Repubblica di Torino, che hanno coordinato le indagini.
L’operazione, dunque, oltre ad evitare che il flusso commerciale finale fosse dirottato su speculatori economici, ha permesso di rifornire con l’enorme quantitativo di “mascherine”, grazie ai provvedimenti di requisizione del delegato dal Commissario per l’emergenza covid-19 sul territorio piemontese, gli enti pubblici e assistenziali maggiormente in crisi in questo momento.