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MONTEDORO. “Come nel 1945 siamo chiamati a ricostruire un nuovo mondo. Solo così tutto andrà bene”. Ad affermarlo il sindaco Renzo Bufalino, Nel corso della celebrazione del 25 aprile svolta in solitudine, questa mattina, nel parco delle Rimembranze. “Considerato – ha chiarito – che le restrizioni da parte della Presidenza del consiglio dei ministri impedisce la presenza dei cittadini e delle autorità”. “Tuttavia – ha aggiunto subito dopo – siamo qui oggi a celebrare la festa della liberazione. Siamo qui oggi non per una ricorrenza di rito, per una di quelle celebrazioni che bisogna fare per prassi o buon costume”. “Siamo qui oggi – ha precisato quindi – perché la lotta partigiana parla ancora a noi in questi tempi carichi di preoccupazioni”.
La cerimonia, iniziata con la deposizione di una corona di allora e trasmessa in diretta su Facebook, è durata meno di 10 minuti. Compreso il minuto di silenzio che ha osservato alla fine “per ricordare i martiri della resistenza e i militari morti durante la guerra di liberazione”. Ed anche, ha aggiunto, “il nostro concittadino Giovanni Salvo, morto nell’adempimento del proprio dovere”.
Nella parte del suo intervento, in cui il sindaco Bufalino ha parlato degli effetti del coronavirus a Montedoro, ha tra l’altro affermato: “Abbiamo avuto certezza anche noi, nel nostro piccolo, dell’emergenza economica e sociale, soprattutto in quelle fasce della popolazioni più deboli. Con un ufficio servizi sociali che questa settimana ha lavorato come non mai. Questa emergenza ha messo a nudo le nostre fragilità nelle aree marginali. Dove corriamo un rischio: che nuovi poveri possono sommarsi a vecchie crisi. Tuttavia in questi giorni ho potuto apprezzare lo spirito di solidarietà della mia comunità. L’ho vito nel caso delle donazioni sul conto corrente aperto per l’emergenza covid. Per l’iniziativa “spesa ospesa”. Una solidarietà che dovrebbe essere sempre meno un principio generico e sempre più una pratica quotidiana. A proposito di quotidianità, voglio ringraziare il personale ei volontari della Croce rossa italiana che nel corso di questa emergenza, ma non soltanto in questa emergenza, sono stati un punto di riferimento fondamentale per molte famiglie di Montedoro. Come novelli partigiani, serve coraggio, responsabilità e fiducia. Oggi come allora. Come nel 1945 siamo chiamati a ricostruire un nuovo mondo. Solo così tutto andrà bene”.
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