CALTANISSETTA. “L’OSPEDALE DI SAN CATALDO NON SARÀ DECLASSATO”. IL DIRETTORE DELL’ASP CALTAGIRONE SMENTISCE LE VOCI E RILANCIA: LE STRUTTURE ESISTENTI SARANNO POTENZIATE
Scritto da Alberto Barcellona on 28 Aprile 2020
CALTANISSETTA. “L’OSPEDALE DI SAN CATALDO NON SARÀ DECLASSATO”. IL DIRETTORE DELL’ASP CALTAGIRONE SMENTISCE LE VOCI E RILANCIA: “LE STRUTTURE ESISTENTI SARANNO POTENZIATE”
“Nessun declassamento per l’ospedale “Maddalena Raimondi” di San Cataldo e per nessun altro ospedale del nisseno”. Il direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone smentisce le voci che sarebbero in merito circolate. Ed anzi rilancia: “È interesse strategico della Direzione aziendale potenziare le strutture esistenti per dare una sanità migliore di quella che abbiamo ereditato”. Poiché, chiarisce il direttore generale, “ogni presidio ospedaliero ha la sua identità sanitaria, che va difesa e migliorata”.
Motivo per cui, il direttore Caltagirone dissente “dalle ipotesi di declassamento” dei presidi ospedalieri da lui diretti. Ipotesi che, afferma, non gli apparterrebbero “e che sarebbero in controtendenza rispetto a quanto fatto in un anno di direzione di questa Asp”. Tutte voci, delle quali il direttore generale si dice “rammaricato”. Poiché non rispecchierebbero “in alcun modo i contenuti” di una direttiva da lui emanata il 25 aprile scorso.
In realtà, la direttiva, chiarisce il direttore Caltagirone, “inviata a tutti i direttori dei presidi del nisseno, in perfetta sintonia con le indicazioni assessoriali fin qui trasmesse, ricordava, ancora una volta, che i ricoveri e gli interventi di qualsiasi tipo devono essere limitati solo ai casi urgenti e indifferibili. Le altre prestazioni definite differibili vanno rimandate ad altre date”.
La direttiva, inoltre, aggiunge il direttore Caltagirone, “sottolineava come i ricoveri vanno limitati al solo periodo di acuzie ed ai periodi strettamente indispensabili mentre, per gli altri casi, vanno ricercate alternative che favoriscono il distanziamento sociale, preferendo soluzioni a tutela dei pazienti (dimissioni a domicilio, dimissioni protette, assistenza domiciliare) e qualsiasi altra forma a garanzia della sicurezza.
“Raccogliendo quest’ultima indicazione – continua il manager – il dirigente medico del presidio citato negli articoli, al fine di suggerire alcune misure per un adeguato contenimento delle infezioni da SARS-Cov-2, anche alla luce dei nuovi scenari epidemiologici che indicano come possibili focolai gli ambienti confinati, raccomandava di limitare la permanenza dei pazienti all’interno delle strutture, soprattutto dei pazienti più fragili, ed in particolare in quelle unità operative dove i tempi lunghi di permanenza possono costituire un ulteriore fattore di rischio. Proprio nel caso in cui il ricorso ad un ricovero ordinario non sia strettamente necessario è ragionevole considerare altri setting assistenziali (A.D.I. ed altro)”.
Il direttore generale rimarca, poi, che “in tali casi è cura del responsabile di ogni unità operativa porre in essere quanto ritenuto necessario al fine di contenere un’eventuale infezione da SARS Cov-2 mettendo in atto le misure ritenute più idonee per ogni singolo paziente sia in relazione al numero di contestuali ricoveri nella stessa U.O., allo stato di salute di ognuno dei pazienti, alle possibili dimissioni, alla logistica interna della unità operativa per favorire il distanziamento ed utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione della direzione strategica aziendale”.
Il direttore generale, infine, riferisce che “ogni iniziativa intrapresa, in questo particolare momento di pandemia, è tutela dei pazienti più fragili, degli operatori e dell’intera popolazione nissena”.