“No all’ostia con i guanti monouso, è sacrilegio”, parroco si dimette nel Palermitano

Scritto da on 22 Maggio 2020

“No all’ostia con i guanti monouso, è sacrilegio”, parroco si dimette nel Palermitano

Don Leonardo Ricotta, parroco di Sant’Agata a Villabate lascia il suo incarico, in un’intervista aveva aggiunto: “Non distribuirò la comunione, farò fare quella spirituale. Se devo dare al mio popolo un cibo avvelenato, molto meglio stare a digiuno”

VILLABATE (PALERMO) – “E’ un sacrilegio distribuire l’ostia sulle mani, con i guanti monouso. Mi rifiuto”. Dopo queste dichiarazioni don Leonardo Ricotta, parroco di Sant’Agata a Villabate, nel palermitano, si è dimesso. “Piuttosto che commettere un atto di sacrilegio e farlo fare ai miei parrocchiani – ha detto il religioso in un’intervista a La fede quotidiana – non la distribuirò e farò fare quella spirituale. Se devo dare al mio popolo un cibo avvelenato, molto meglio stare a digiuno”.

Dopo che era circolata la notizia di un allontanamento del prete, l’Arcidiocesi con una nota ha chiarito che “a far data dal 21 maggio don Leonardo Ricotta, non è più il Parroco della Parrocchia S. Agata V.M. in Villabate avendo egli stesso rinunciato a tale ufficio. È pertanto inesatta o pretestuosa la notizia diffusa da alcuni canali social secondo la quale Don Leonardo Ricotta sarebbe stato rimosso dall’ufficio di Parroco dall’Arcivescovo di Palermo”.

Le parole del prete avevano fatto scalpore. Conservatore, critico nei confronti del corso di papa Francesco e vicino all’eresiarca don Minutella, don Ricotta aveva annunciato che non si sarebbe adeguato. “Se il mio vescovo mi dice che devo andare a fare il parroco dove non mi piace, ci vado e obbedisco. Ma se mi impone di andare contro la fede o di calpestare l’Ostia, non posso obbedire.

Insomma, l’ obbedienza si ha nel lecito e non nell’illecito, questa la grande lezione di San Tommaso di Aquino. Quello che stanno per compiere è un atto di macelleria eucaristica, Padre Pio li chiamava macellai”.

Dichiarazioni pesanti che non sono passate inosservate e, soprattutto, non sono state condivise dall’Arcidiocesi. “La prassi di distribuire la comunione nelle mani è in conformità alle norme emanate dal Magistero della Chiesa cui ogni cristiano cattolico deve religioso ossequio della volontà e dell’intelletto – si legge in una nota – Personali convincimenti, dunque, presentati da singoli come dottrina autentica, non possono essere imposti ai fedeli”.

Fonte: LaRepubblica


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