Dopo il richiamo, ora arrivano le sanzioni. L’Enac, l’autorità che regola il trasporto aereo civile, ha annunciato oggi di aver avviato le istruttorie che potrebbero portare a sanzionare diverse compagnie aeree. Il motivo? La pratica che su Repubblica avevamo descritto pochi giorni fa: molti operatori consentono di prenotare i voli, salvo poi cancellarli pochi giorni più tardi per imprecisati motivi legati alla pandemia.
Se questa motivazione poteva reggere fino a qualche settimana fa, oggi, con le frontiere aperte e gli aeroporti tornati operativi, è difficile capire in che modo il Covid-19 possa costringere un vettore a cancellare il volo. Né le compagnie fanno alcuno sforzo per spiegarlo. Viene così il dubbio che questo sia solo un modo per trattenere il denaro dei clienti. In Italia, la legge che ha convertito il decreto Cura Italia consente alle compagnie di emettere solo un voucher – e non il rimborso – in caso di volo cancellato per Coronavirus fino al 30 settembre. La legge, che Antitrust ha criticato perché in palese violazione del regolamento europeo 261, oggi vacilla ma, di fatto, è tuttora in vigore e consente alle compagnie aeree di tenere in cassa il denaro dei clienti senza erogare il servizio, se non entro un anno.
Enac aveva richiamato queste società appena lo scorso 18 giugno. Ma nel frattempo le segnalazioni sono continuate ad arrivare e l’autorità ha deciso di prendere l’iniziativa. “Sembrerebbe che alcune compagnie aeree continuino a cancellare voli adducendo come causale l’emergenza Covid-19 (fattispecie previste nell’art. 88 bis della L. 24 aprile 2020, n. 27), e riconoscendo ai passeggeri solo un voucher” scrive Enac, che continua: “Dato che a partire dal 3 giugno sono state rimosse le restrizioni alla circolazione delle persone fisiche all’interno del territorio nazionale e nell’area europea Schengen, Regno Unito e Irlanda del Nord, le cancellazioni dopo tale data sembrerebbero operate da scelte commerciali e imprenditoriali dei vettori, non da motivi riconducibili all’emergenza” confermando la stessa impressione avuta dai clienti rimasti col cerino in mano.
L’Enac “ricorda” alle compagnie che se viene cancellato un volo per esigenze “non collegate all’emergenza Covid-19”, queste devono garantire la riprotezione oppure, se non è possibile o non viene accettata, il rimborso del prezzo del biglietto e la compensazione, nel caso in cui il preavviso sia stato inferiore ai 14 giorni. Esattamente quanto previsto dal regolamento europeo 261, che da anni stabilisce regole precise a tutela dei viaggiatori. In piena pandemia, e in piena crisi del trasporto aereo, il regolamento era stato messo in discussione da diverse parti, non solo in Italia. Oggi, la “Bibbia” dei diritti dei viaggiatori sembra aver ritrovato consensi.
Soddisfatte le associazioni di consumatori, con il Codacons che ora sollecita Antitrust e procura di Roma ad andare avanti per punire una “pratica commerciale scorretta che sembra finalizzata a ottenere liquidità a discapito dei consumatori”. Mentre Unione nazionale consumatori chiede a Enac di erogare la sanzione massima prevista, “nel più breve tempo possibile”.