Il campione paralimpico, con la sua handbike, stava partecipando alla staffetta Obiettivo Tricolore, ideata e promossa da Obiettivo 3, progetto fondato dallo stesso ex pilota di Formula 1 per dare un segnale di rinascita al Paese duramente colpito dall’epidemia di coronavirus.
Le risposte potrebbero arrivare da una perizia tecnica sull’handbike del campione e, per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza della manifestazione, dagli interrogatori che i magistrati stanno svolgendo da sabato e che sono ripresi anche questa mattina.
Per ora l’unico indagato per l’incidente è l’autotrasportatore Marco Ciacci, 44 anni, residente a Castelnuovo Berardenga, che si trovava alla guida dell’autocarro contro cui è andato a urtare Zanardi, che alla fine di una discesa, imboccando una curva a destra, è scivolato invadendo la corsia opposta. Per Ciacci l’ipotesi di reato è quella di lesioni gravissime da incidente stradale, “ma è un atto dovuto”, ha spiegato fin da subito il procuratore capo di Siena Salvatore Vitiello.
Ieri è stato sentito a lungo, come persona informata dei fatti, Marcello Bartolozzi di Sinalunga, grande appassionato di bicicletta, componente della staffetta e tra i testimoni dell’incidente. Per circa tre ore, Bartolozzi ha raccontato molti dettagli utili alle indagini sulla dinamica dello scontro di Zanardi con l’autocarro che viaggiava in direzione opposta. Il ciclista è stato il primo ad accorrere in soccorso di Zanardi, perché pedalava subito dietro di lui.
Esclusa la distrazione fatale da parte di Zanardi tra le cause dell’incidente, già peraltro accertata dalla procura con la visione dei filmati amatoriali acquisiti. “Escludo nella maniera più categorica che Zanardi avesse in mano il telefono cellulare al momento dell’incidente”, ha ribadito il procuratore Vitello. La procura prossimamente intende affidare delle perizie a dei consulenti tecnici d’ufficio.