“In questi giorni la possibilità che nei gruppi vi siano soggetti positivi è bassa, e questo crea l’illusione che gli assembramenti non siano in grado di generare un’epidemia.
È un cane che si morde la coda: la bassa circolazione virale porta a sottovalutare il rischio, che invece esiste, e ad allentare le misure di precauzione, ma così facendo si continua a far circolare il virus. E invece su questo bisogna insistere nella comunicazione: le misure di distanziamento sono precauzionali e vanno mantenute per prevenire la circolazione virale e quindi evitare che ripartano i contagi”.
Per Pier Luigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force della Regione Puglia intervistato dal Messaggero, “non possiamo far finta che la pandemia sia finita”.
”È fondamentale il lavoro di identificazione di focolai che si sta facendo. Ma c’è un problema: questo livello di intervento tempestivo e ottimale è possibile finché i numeri sono limitati.
Se dovessero pullulare tanti nuovi focolai – avverte Lopalco – il sistema non può reggere, perché servono risorse, medici, tamponi, attrezzature e laboratori. Anche per questo bisogna essere prudenti, basta evitare di affollarci e continuare a tenere le mascherine soprattutto al chiuso”.
Sulla comunicazione, “gli esperti parlano liberamente, portando ciascuno un pezzetto di verità, ma con il rischio di confondere la popolazione e non per cattiveria, ma perché sono abituati ai contesti scientifici, dove si parla tra pari e le modalità di comunicazione sono completamente diverse dai social o dalla televisione”, osserva Lopalco. “Invece le istituzioni, che dovrebbero dare la linea sulle strategie e parlare ai cittadini, sono mute: la loro informazione è assolutamente debole”.
Fonte: HuffPost