Come nasce un focolaio Covid lo si può capire da un caso singolo, riportato dal Corriere della Sera. Quello di una persona infetta che ne ha contagiati almeno 120 in pochi giorni. Ne ha parlato l’epidemiologo Fabrizio Faggiano, professore di Igiene a Torino, a margine del convegno nazionale di diritto sanitario organizzato a Alessandria dall’ex ministro della Salute Renato Balduzzi.
Tutto comincia il 13 luglio quando un giovane della Repubblica Dominicana rientra dal suo Paese, per i cui cittadini era previsto l’isolamento domiciliare, e torna a Vercelli dove risiede. È il paziente zero. L’inizio di una catena di trasmissione. Il Ministero della Salute segnala successivamente la presenza a bordo dell’aereo di un soggetto positivo. Il dominicano non si autodenuncia e non viene dunque disposta la quarantena. Al contrario, mantiene abitudini senza limitazioni, niente distanziamento, niente mascherina. Nei giorni 21 e 22 luglio, incontra una coppia di amici in una piscina comunale e li contagia. Non finisce qui. Il 26 non si nega una serata di balli in una discoteca di Vercelli dove passa il virus al gestore del locale e ad altre 58 persone tra clienti e personale. I quali, inconsapevolmente, infettano 15 familiari.
Torniamo indietro, ai 2 amici incontrati in piscina. Lavorano in una ditta logistica locale. Non sanno di portare con sé il Sars-CoV-2 e lo trasmettono ad almeno 33 colleghi che risultano positivi al tampone. A loro volta, questi 33 veicolano il virus dentro le mura di casa: sono 8 i familiari coinvolti. Partiamo di nuovo dalla serata in discoteca. Uno dei frequentatori presenti quel giorno si reca in un bar e incontra una serie di clienti del locale. Uno di loro il 14 agosto partecipa a un funerale dando origine a 6 casi tra i presenti e altri 6 tra i loro familiari.
Fonte: HuffPost