Gorillaz, “Cracker Island” omaggio alla Cool Generation
Scritto da Alberto Barcellona on 27 Febbraio 2023
L’universo sonoro dei Gorillaz è uno straordinario contenitore di mondi musicali che declinano in modo sempre originale il genere dance funk. “Cracker Island”, ottavo album del progetto virtuale fondato da Damon Albarn insieme al fumettista illustratore Jamie Hewlett, rappresenta un capitolo a sè che prende le mosse da un dichiarato omaggio alle sonorità della Cool Generation delle band inglesi anni ’80, tipo Style Council, Sade, Everything But The Girl, che qui vengono immerse in un clima elettronico e sonico e mescolate con i suoni dei generi più contemporanei. C’è un clima molto rilassato, abbondano i medium tempo ed emergono hit potenziali. Resta immutata la formula dei featuring tra i quali, in un clima che è un dichiarato tributo al sound della California fine anni ’70 inizio ’80, emerge Stevie Nicks in “Oil”, un brano che è un nipotino dei Fleetwood Mac. Il brano che dà il titolo all’album, con il giro di basso di “Thunder Cat”, è quello che ricorda più da vicino le classiche sonorità disco funk dei Gorillaz, ma il titolo che sembra avere le maggiori potenzialità per diventare una hit è “New Gold” dove il dream pop di Tame Impala si incontra con il rap di Bootie Brown arricchito da quel tocco magico che è un po’ il marchio di fabbrica dei Gorillaz. Tra i brani incisi con gli ospiti, “Silent Running” con Adeleye Otomayo è quello che ricorda più da vicino le band della Cool Generation, “Tormenta” con la pop star Bad Bunny stempera il Reggaeton in un clima latino dolcissimo e molto chic, “Possession Island”, con ospite l’habituè Beck è un gioiello senza ritmica, tutto pianoforte ed effetti sonici, che potrebbe essere una canzone di Jimmy Webb. Quanto agli altri tre brani, sono l’espressione diretta del modo di concepire il pop di Damon Albarn, che allarga i confini del concetto di canzone muovendosi tra generi e riferimenti con un’impronta sempre personalissima dove non mancano mai gli accenti della malinconia. Succede con “The Tired Influencer”, un medium tempo pop molto anni ’80 dal ritornello orecchiabile che corre su un tappeto di suoni elettronici, con la pop dance di “Tarantula” e con il molto melodico “Skinny Ape”, pieno di echi già noti.