In 300mila al Concertone sotto la pioggia. Il ricordo di Lorenzo Parelli
Scritto da Alberto Barcellona on 2 Maggio 2023
Il rock di Ligabue, tornato in piazza San Giovanni dopo 17 anni, l’entusiasmo di Tananai, la forza coinvolgente di Lazza, la capacità di emozionare di Emma, la leggerezza di Francesco Gabbani, la dolcezza di Mr. Rain. E tanta tanta pioggia nella serata del Concertone del Primo Maggio a Roma. Nell’edizione dedicata dai sindacati alla Costituzione, anche con il lancio dell’hashtag #ildirittochemimanca, in quella che si temeva potesse essere un’edizione di polemiche politiche e attacchi al governo, è stata più un ritorno alla festa in musica e alla rivendicazione dei diritti dei lavoratori e delle donne. Trecentomila le presenze in piazza, che non si sono fatte scoraggiare dalla pioggia che non ha mai dato tregua durante tutto il giorno. Padrona di casa Ambra Angiolini, per la sesta volta consecutiva (ed è record), affiancata da Fabrizio Biggio. Emozionata in apertura ha ricordato Lorenzo Parelli, il 18enne morto nel gennaio 2022, nell’ultimo giorno del suo periodo di alternanza scuola-lavoro. Ancora emozionata ha ricordato i ragazzi che non si sentono supereroi e non reggono le pressioni della vita. Sempre lei si è fatta portavoce dei diritti (negati) delle donne. “Avvocata, ingegnera, architetta. Tutte queste vocali in fondo alle parole sono, saranno armi di distrazione di massa? Ci fanno perdere di vista i fatti e i fatti sono che una donna su cinque non lavora dopo un figlio, che guadagna un quinto in meno di un uomo che copre la stessa posizione. Riprendetevi le vocali in fondo alle parole, ma ridateci il 20% di retribuzione”. Tra gli interventi “parlati” sul palco del concertone c’è stato quello del fisico Carlo Rovelli, che è andato all’attacco delle spese militari e dei “piazzisti di strumenti di guerra” che costruiscono strumenti di morte “per ammazzarci l’un l’altro”. “Stiamo andando verso una guerra che cresce e, invece, di cercare soluzioni i Paesi si sfidano, invadono, soffiano sul fuoco della guerra e la tensione internazionale non è mai stata così alta come adesso”, ha detto il divulgatore scientifico e poi ha puntato, pur senza nominarlo direttamente, ha puntato il dito contro il ministro della Difesa Guido Crosetto, che in passato è stato presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza: “In Italia, il ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, Leonardo». Poco dopo Ambra è intervenuta per sottolineare come “qua non c’è censura. Dispiace che non essendo un dibattito politico, quando si attacca qualcuno, come nell’intervento del professor Rovelli, dovrebbe esserci un contraddittorio che non c’è stato”. All’Orchestraccia l’onere di battezzare il palco con una versione rivisitata dell’Inno d’Italia prima e con l’immancabile Bella Ciao. Nel pomeriggio si sono alternati artisti come Aiello, Wayne, Rose Villain, Gaia, Alfa, Baustelle. Il clou in serata prima con Ligabue che ha introdotto la sua Il sale della Terra con una tirata contro la sete di potere “la droga più vecchia del mondo”. “In genere chi più ne ha più ne vuole e spesso, come quasi ogni tossico, è capace di qualunque cosa pur di non andare in crisi d’astinenza. Di fronte all’overdose di un certo potere, agli abusi di cui è capace, serve un altro potere, quello di far sentire la tua voce e non permettere a nessuno, per esempio, di provare a cancellare la tua storia e riscriverla come gli pare, di non permettere a nessuno di provare a toglierti il diritto di amare, certo, sempre in modo consenziente, ma di amare chi ti pare, come ti pare, quanto ti pare e mettere su la famiglia che ti pare e magari riuscire a mantenerla con un salario decente”. Emma, dopo un medley dei suoi successi (Stupida allegria, La mia città, Cercavo amore, Io sono bella), ha letto una poesia di Virginia Woolf, Resta Viva, una dedica al pubblico e a sé stessa dopo la recente morte del padre. Lazza e Tananai non si sono risparmiati e hanno cantato sotto la pioggia. Mr. Rain, da sempre sensibile ai temi della salute mentale, ha voluto ricordare sul palco Barbara Capovani, la psichiatria uccisa a Pisa, prima di intonare Supereroi, mentre la star di Mare Fuori Matteo Paolillo (coinvolto in una polemica per qualche foto negata) ha letto una canzone di Pier Paolo Pasolini.