Sergio Vespertino al Teatro Agricantus di Palermo con “Sopra un palazzo”

Scritto da on 22 Agosto 2023

Da domani e sino al 31 agosto. Il bravo attore siciliano, in questo show lucido e scoppiettante, invoca il ritorno allo stupore e alla meraviglia. Al termine, intensità poetica. Da non perdere 

Sergio Vespertino

«È un uomo che ne ha un po’ per tutto e per tutti. Dal suo appartamento, sopra un palazzo, pieno di tanta roba messa fuori posto, dialoga con due sedie, parla soprattutto con una e ne dice di tutti i colori. Una autocritica di quello che siamo in una lettura assolutamente surreale».

È diventato oramai un piccolo classico “Sopra un palazzo”, lo spettacolo di Sergio Vespertino e Marco Pomar con lo stesso Vespertino mattatore in scena affiancato dalla fisarmonica di Pierpaolo Petta, che torna a grande richiesta sul palcoscenico open air del “Palermo Non Scema Festival”, la stagione estiva che il Teatro Agricantus di Palermo organizza nell’isola pedonale di via XX Settembre.

Sei le nuove repliche del fortunato spettacolo a partire da domani, mercoledì 23 agosto (seguono giovedì 24, sabato 26, domenica 27, martedì 29 e giovedì 31 agosto), sempre alle ore 21.30.

Quell’uomo in vestaglia che non riesce a capire perché “si parla di evitare gli sprechi e poi i rasoi invece delle solite due ora hanno 5 e anche 6 lame” è Sergio Vespertino il quale in questa versione rinnovata e riscritta con Marco Pomar dello spettacolo da lui elaborato nel 2010 incarna un tizio nevrotico, a dir poco esasperato, il quale se ne sta solo sul palcoscenico, anche se in compagnia di due sedie e una strana tendina (la scenografia dello spettacolo è di Carlo De Meo).

Sergio Vespertino, Michele Bruccheri e Pierpaolo Petta

Intanto parla, straparla, inanellando slogan televisivi, marche di strumenti tecnologici: pare che ce l’abbia col mondo intero (dalla politica alla tecnocrazia). Sulla scia del suo lucidissimo e scoppiettante delirio, il protagonista di “Sopra un palazzo” prefigura scenari possibili, invoca il ritorno allo stupore e alla meraviglia, esaspera, ingigantisce, enfatizza pose e aspetti. Sul palcoscenico, raccoglie pezzi sparsi: una lampadina, una bottiglia, schegge e brandelli. Li assembla: ma per farne cosa?

Lo si saprà solo alla fine, quando le arguzie, le amenità, messe in moto da una verve irresistibile, si faranno da parte per cedere la scena alla poesia.

MICHELE BRUCCHERI


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