Mostra “Made in Sicily” a Cefalù, l’omaggio a Caltanissetta di Marco Favata
Scritto da Michele Bruccheri on 8 Settembre 2023
Domani pomeriggio l’inaugurazione della bipersonale (l’altro autore è Matteo Must). Dedica speciale al capoluogo nisseno con la suggestiva opera “Cupola di Santa Maria Nova”
Tra le opere più emozionanti in mostra a Cefalù, spicca l’omaggio di Marco Favata a Caltanissetta con “Cupola di Santa Maria Nova”, che si inserisce nella recente produzione dell’artista. Domani pomeriggio (ore 18.30), infatti, ci sarà l’inaugurazione di “Made in Sicily”, bipersonale di Favata, appunto, e Matteo Must (ingresso libero e gratuito).
La mostra sarà fruibile a partire da domani e fino a sabato 23 del mese. Venti opere uniche, acrilici su tela, dedicate alla bellezza della Sicilia, esposte all’Ottagono Santa Caterina in piazza del Duomo.
“Made in Sicily” segna per il “Centro d’arte Raffaello” di Palermo la ripresa dell’attività espositiva dopo la parentesi estiva. L’evento apre l’intensa stagione 2023/2024, ricca di appuntamenti e novità.
La Cupola di Santa Maria Nova che dà il titolo all’opera, realizzata con colori acrilici su tela, è un luogo dalla valenza affettiva rilevante nel registro dei ricordi dell’artista. Impegnato nella sua attività professionale, percorrendo le vie della città, “si è voltato, ha trovato alle sue spalle la cattedrale ed è rimasto ammaliato dal colore turchese della cupola”, evidenzia una nota stampa.
L’artista l’ha fotografata, ripromettendosi di trarne spunto per un’opera futura: una promessa mantenuta, ma anche e soprattutto una fascinazione rivissuta attraverso la sua trasposizione sulla tela.
L’opera scandisce una delle tappe che contraddistinguono la carriera artistica e l’evoluzione personale di Marco Favata. “L’iconografia pittorica è restituita attraverso simboli iconici, come le cupole, che rappresentano il suggello dell’artista, la sua cifra simbolica, il suo focus figurativo. Sui tetti della città, articolati in un dinamismo accentuato dalla varietà cromatica e dai giochi di luci e ombre, si erge la cupola maestosa e imponente, che troneggia sul profilo dei monti all’orizzonte”, prosegue il comunicato.
I colori si fanno arditi e vividi, all’insegna di una vivacità evidenziata dalla contrapposizione. L’accento è posto su una veduta urbana, sui tetti, sulle facciate di un centro storico che contraddistingue la città nissena: un capoluogo di provincia dell’entroterra siciliano che svela un altro versante, un’altra sfaccettatura nella variegata realtà paesaggistica dell’isola.
Attraverso una ricerca inesauribile di scorci e vedute, Marco Favata prosegue nel suo percorso che non conosce soste, rivelando una capacità di osservazione e valorizzazione di elementi del patrimonio architettonico, a volte, meno riconoscibili.
L’artista non ricalca immagini di clichés cristallizzati, sa andare oltre le rappresentazioni più pittoresche di luoghi noti, perché il suo sguardo esploratore è capace di rintracciare la bellezza ovunque essa si trovi.
Le colature, poste a termine dell’opera, intrecciano i toni del verde tiffany e del blu cobalto e vengono giù come stratificazioni dei ricordi nella memoria dell’artista, arricchendo di storia il paesaggio e nutrendo di emozioni la spettacolare visione che appare allo sguardo.
“Marco Favata e Matteo Must – commenta Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del ‘Centro d’arte Raffaello’ – sono entrambi reduci dal successo di mostre già realizzate nel corso degli ultimi anni nell’ambito della programmazione della galleria”.
“Due artisti diversi, distanti per stile e linguaggio – sottolinea – accomunati dall’amore verso la pittura, capaci di restituire una variegata molteplicità di emozioni nelle loro opere”. Entrambi focalizzano l’attenzione sulla nativa Sicilia e, come all’insegna di un unico racconto, le loro opere narrano atmosfere, storie e passioni, navigando tra i mari della fantasia e ricostruendo vedute che si traducono in visioni.
“Il loro amore per la Sicilia – conclude il direttore artistico della galleria al nostro microfono – e i sentimenti suscitati dalla bellezza degli scenari, trovano espressione nelle opere attraverso accostamenti cromatici liberi, a volte audaci, sprezzanti di ogni conformismo, veicoli di un’esplorazione di sé e del paesaggio isolano”.
MICHELE BRUCCHERI