Mango: “È bello suonare in Sicilia”

Scritto da on 8 Dicembre 2023

di MICHELE BRUCCHERI | IL RICORDO. È stato incontrato per ben due volte. L’artista lucano è morto l’8 dicembre di nove anni addietro. Per un infarto. Una delle voci più rappresentative nel panorama musicale italiano. Eccolo oggi su Radio Rcs Sicilia, nell’intervista pubblicata sul periodico d’informazione “La Voce del Nisseno” nel bimestre ottobre-novembre 2002

Mango e Michele Bruccheri

Ho incontrato il grande artista lucano, Pino Mango, ben due volte. La prima intervista la feci a Serradifalco e a distanza di alcuni anni ci incontrammo a Mussomeli. L’avevo visto in concerto anche a Caltanissetta. Uno spettacolo. È nato a Lagonegro nel 1954. È un artista di notevole spessore. Ma ho conosciuto anche l’uomo. Una persona mite, timida, sensibile. Un artista garbato, dalla voce eterea ed espressiva. Una vasta gamma di sfumature nello strumento naturale per antonomasia: la sua voce.

Ha inciso una miriade di perle canore e musicali che fanno parte, ormai, del panorama artistico italiano. Canzoni di qualità. Collaborazioni eccellenti. Con Mogol, ad esempio. Una proficua sinergia con il fratello e con Alberto Salerno. Insomma, un artista di calibro. E tra le sue canzoni ricordiamo “Lei verrà”, “Oro”, “Bella d’estate”, “Come Monna Lisa”, “Sirtaki”, “Nella mia città”, “Mediterraneo”… E nei mesi scorsi ha inciso un nuovo, avvolgente cd: “Disincanto”.

Della lunga intervista, estrapoliamo i passaggi più salienti per i nostri lettori.

Una domanda di prammatica: quando nasce la tua passione per la musica?

La passione per la musica c’è sempre stata. Non so se è nata. Ho cominciato a cantare da ragazzino. Avevo 8 anni.

Artisticamente cosa rappresenta, per te, il 1976?

È stato un anno importantissimo, in quanto c’è stato il varo del mio progetto “La mia ragazza è un gran caldo”… È importante anche l’uscita di “Oro” nell’84, così pure di “Lei verrà” nell’86 o di “Australia” l’anno prima. Sono tutte date e tappe fondamentali per la mia carriera.

Pino Mango

Una delle tue peculiarità è privilegiare la voce. Perché?

Intanto perché è quella che ho. Poi, ho sempre cantato in questo modo. Non potrei fare altrimenti. La voce cerco di metterla al servizio della mia natura compositiva.

Assai poetica e struggente è la bellissima canzone “Mia madre”. È dedicata a tua mamma?

Sì. Parla di mia madre, vedendola come un ricordo positivo. È una persona che non c’è più. Una canzone che è un ricordo piacevole, come se fosse un quadro, un dipinto. Una delle cose più belle che ho fatto.

Come trascorri il tuo tempo libero, Pino?

Il mio tempo libero diventa sempre meno. Tra tournée, sala d’incisione, composizione, produzione… il tempo è davvero poco. Mi piace leggere e studiare molto, quando mi è possibile.

Come nascono le tue canzoni?

È una domanda difficile. Non si sa mai dove si comincia, almeno nel mio caso. Non c’è un metodo. In certi momenti hai voglia di esprimerti.

Anni fa hai tenuto un bel concerto a Caltanissetta. C’era una folla immensa e delirante. Che ricordo hai del Nisseno?

Un ricordo sicuramente piacevole, ogni volta che vengo in Sicilia. Lo dico spassionatamente. È bello suonare da voi. La gente è calda come il sole. Anch’io sono del Sud…

Chi sono i tuoi maestri in musica?

Non ho mai avuto maestri. Non li ho mai amati.

E i tuoi beniamini?

A me piace ascoltare un po’ di tutto e di ogni artista non ascolto mai tutto, ma quello che mi piace…

Artista si nasce o si diventa, Mango?

A mio avviso si nasce.

Mi fai un breve ritratto di te? Quali sono, ad esempio, i tuoi pregi e quali invece i tuoi peggiori difetti.

È arduo parlare di sé stessi. Sono una persona fondamentalmente onesta. Con me stesso e con gli altri. Con il mio lavoro. Per quanto riguarda i difetti, sono assai testardo e pignolo sino all’osso. Chiedo molto a me stesso e agli altri.

Quale messaggio intendi lanciare ai giovani?

I giovani sono la nostra forza. Sono l’avanguardia. Tuttavia, bisogna dare fiducia ai giovani. Sono sicuramente le fondamenta della società.

MICHELE BRUCCHERI 


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