Michele Bruccheri intervista un grande artista: Armando Cacciato

Scritto da on 4 Ottobre 2024

Musicista e cantautore, produttore discografico di Canicattì, vanta una biografia di grande pregio. Prossimamente inciderà un nuovo singolo. Eccolo ospite di Radio Rcs Sicilia

Armando Cacciato è un artista poliedrico e sensibile. Dal notevole spessore umano e culturale. Di Canicattì, recentemente ha inciso la mitica canzone di Franco Battiato e Alice dal titolo “I treni di Tozeur” assieme a Desiana Bruno. Il brano è disponibile in digitale ed è stato realizzato un ottimo videoclip.

Ho conosciuto Armando Cacciato tanti anni fa. Era il 27 marzo 2011. Quel giorno intervistai, infatti, Gatto Panceri. E… potrei scrivere un sacco. Ma ci fermiamo. Prima di dare spazio alla nostra lunga e piacevole chiacchierata, posso riferire che in questa intervista racconta l’essenziale del suo percorso artistico.

Ha una laurea in Pedagogia. Ama la Filosofia. La sua formazione include una laurea magistrale in Scienze dell’Educazione e un master in Scienze e Tecnologie musicali. Tra i suoi progetti c’è l’incisione di un nuovo singolo. Ma eccolo al nostro microfono per La Voce del Nisseno e Radio Rcs Sicilia.

Finalmente, caro Armando, t’intervisto. Da tempo avevamo questo proposito, ma impegni e imprevisti hanno fatto slittare, per mia colpa, questo incontro. Partiamo dalle cose più recenti. Poco tempo fa hai inciso “I treni di Tozeur”, brano di Battiato e Alice. Canti il brano con Desiana Bruno. Come nasce l’idea di questo progetto?

L’idea di Battiato credo sia insita nel mio Dna, per la verità. Di tanto in tanto amo realizzare qualche cover del maestro. “I treni di Tozeur” era un brano che desideravo realizzare da tempo. Nel 2020 avevo pensato di condividere questo desiderio con Desiana (allora allieva della nostra scuola Circuiti Sonori). Dopo quattro anni finalmente il progetto si è concretizzato.

È disponibile in digitale ed è accompagnato da un videoclip molto bello e poetico. Dove è stato girato?

Grazie per i complimenti. Il video è stato realizzato nello studio del mio arrangiatore Pierangelo Carvello e le riprese esterne sono state fatte a Licata (grazie alla collaborazione di Vittoria Frumento). L’idea è nata in corso d’opera (amo improvvisare).

Pochi mesi addietro, inoltre, hai pubblicato un nuovo singolo: “Come Stai?”. Affronta una tematica delicata. Ci presenti anche questa canzone?

Esatto. Pochi mesi dopo è nata “Come Stai”. Il brano racconta di un ragazzo reduce da un percorso riabilitativo per curare una presunta malattia mentale.  Rivolgendosi ad un’amica, sostiene di stare bene. Di aver superato quelle paure e quelle ansie che si attribuiva (o gli venivano attribuite). Nel ritornello riaffiorano i ricordi di gioventù, quando con gli amici musicisti passava ore ed ore a provare i brani da presentare ai festival. Purtroppo il percorso sembra non essersi concluso del tutto. Il ragazzo ha una ricaduta. Sarà la sua amica a rassicurarlo. Perchè la normalità a volte non è reale, è mascherata dall’ipocrisia. Attraverso il suo amore lo salverà dallo stigma della società.

Prima di riavvolgere il nastro e di parlare del passato, un vago cenno alle ultime settimane. So che hai avuto un’attività intensa. Non solo nella tua Canicattì, ma anche a Taormina. Brevemente cosa hai fatto in questo periodo?

Nei mesi estivi, con Desiana, abbiamo fatto un mini-tour insieme ad altri cantautori quali Salvatore La Carrubba e Luigi Turinese. Con loro sto condividendo un percorso artistico ed umano. Grazie alla collaborazione di grandi musicisti quali Fulvio Caruana, Roberto Puccio, Mimmo Pontillo e Franco Farchica (nonché la partecipazione dell’attore Antonio Pansica) stiamo portando avanti le nostre idee, la nostra musica, la nostra voce.

Sei cantautore e produttore discografico, ma anche batterista. Quando nasce la tua passione per la musica?

La passione per la musica nasce all’età di 4 anni. Ricordo ancora il concerto di Franco Battiato alla Villa Comunale di Canicattì, nell’82. Da piccolo ascoltavo tantissima musica, grazie ai miei genitori. Tra i banchi di scuola al liceo, successivamente, venne la passione per la batteria e per il rock in generale.

Se non ricordo male, agli inizi del Duemila partecipi – come cantante – con la tua band Harea Kreativa a Sanremo Giovani. Cosa ricordi di quell’esperienza?

Un’esperienza fantastica. Il brano proposto “Sogno Dimensionale”. L’esperienza ci ha dato modo di conoscere tantissimi artisti.

Soltanto nel 2007 pubblichi il tuo album d’esordio. Qual è il filo conduttore di “Puoi Farti Male”?

È vero… ci ho messo del tempo prima di pubblicare inediti da solista. Negli anni duemila con gli HK girammo infatti per piazze e locali a proporre per la maggiore cover. Poi ho deciso di parlare delle mie sensazioni. Sulla società, sui sentimenti, sul dolore ma anche sulla ribellione. Il filo conduttore di “Puoi Farti Male” potrebbe essere: “Osa, osa più che puoi. Ma fallo con consapevolezza”.

Un anno importante, per te, è certamente il 2012. Reinterpreti dal vivo i principali successi dei Deep Purple… Me ne parli?

Il 18 dicembre del 2012 realizzo un sogno. Cantare i brani dei Deep Purple (tra i miei gruppi rock preferiti) con il loro batterista Ian Paice. Insieme ad altri musicisti incredibili riusciamo a tirar su uno spettacolo favoloso. Il Teatro Odeon tutto esaurito. Un migliaio di persone a divertirsi con noi con un mito vivente della storia della musica contemporanea.

Hai diviso il palco con diversi artisti di caratura nazionale. Non li cito tutti. Ma su tutti, due personalità che ho avuto l’onore d’intervistare: il chitarrista Andrea Braido e il cantautore Gatto Panceri. Come ricordi questi eccellenti professionisti?

Con Andrea Braido abbiamo suonato insieme nel 2013. Un omaggio a Rosa Balistreri, ma anche ai più grandi classici del rock. Ricordo che eseguimmo una “Mi Votu e m’Arrivotu” strepitosa in chiave rock blues.

Nel 2013 “partorisci” Circuiti Sonori, un’etichetta indipendente e accademia musicale. Hai prodotto numerosi artisti. Qual è il bilancio, dopo un decennio di attività?

Bella domanda. Il bilancio è assolutamente positivo. Dalla nostra realtà sono usciti tantissimi professionisti musicali. Ricordo la piccola Giada Albanese che vinse Pequenos Gigantes (su Canale 5 Mediaset) nel 2016. I Carnaby che raggiunsero un grande successo nazionale con un loro singolo pop-rock. Infine Kel, cantante ed autrice di grande spessore, ormai divenuta una star internazionale della musica dance. Tutti ragazzi che hanno studiato e collaborato con me. Artisticamente ed umanamente. Ancora oggi.

Un altro importante, per te, da “incorniciare” è il 2016. Conquisti un prestigioso premio. È così?

Nel 2016 vinco il premio Classic Rock Italia “La Musica Invisibile” come miglior artista rock Italiano. Il brano in questione è “Hey! What’s New?”.

Magari non tutti sanno che vanti una laurea in Pedagogia. Ami la Filosofia. Hai un master importante. Qual è la tua formazione culturale?

Esatto. Sono un pedagogo. La mia formazione include una laurea magistrale in Scienze dell’Educazione e un master in Scienze e Tecnologie musicali. Ho anche studiato con Steve Albini (ahimè scomparso recentemente) ed ho conseguito un attestato di merito “Mix With The Masters”. Steve definì la mia canzone “Hey! What’s New?”: “Idiomatically perfect”.

Parlami, brevemente, del quinquennio che va dal 2015 al 2020. Hai di fatto portato avanti tanti progetti. È vero?

In effetti sì. Ho accelerato sulle produzioni discografiche sviluppando l’etichetta indipendente. Adesso Circuiti Sonori vanta oltre 50 artisti. Personalmente ho realizzato diversi singoli.

Proprio nel 2020, pubblichi il singolo “Bella Ciao”. Come hai rivisitato il celebre brano partigiano?

La pandemia ha portato, oltre alla tragedia di cui nessuno è rimasto totalmente indenne, una ventata di creatività e di voglia di fare. Pensavo di creare una versione più soul, più sofferta di “Bella Ciao” per tirare fuori l’anima del testo. Spero e credo di esserci riuscito.

Considerando che sei vulcanico e prolifico, artisticamente, raccontaci le altre tappe sino all’album dello scorso dicembre intitolato “Lo Stato Delle Cose”. Va bene?

Ecco… dal 2021 in poi mi sono concentrato su “Lo Stato delle Cose”. Una raccolta di brani dove compaiono solo due cover. Una appunto “Bella Ciao”, l’altra “Il Vento Caldo dell’Estate” di Alice e Battiato. Il disco è stato realizzato con l’ausilio dell’arrangiatore e produttore Pierangelo Carvello con il quale continuo a lavorare su tutti i miei progetti.

E poi?
Sostanzialmente un concept album: un disco composto da dodici tracce, ognuna delle quali rappresenta le diverse sfaccettature del mio pensiero su diversi temi attuali, dalla lotta contro i malesseri della società di oggi all’uso improprio dei social, dalla cattiveria dell’uomo verso altri uomini (con un brano dedicato a John Lennon e Stefano Saetta, figlio del magistrato ucciso dalla mafia Antonio Saetta) alle riflessioni sui cambiamenti climatici, dalla libertà all’amore.

L’anno prima, nel dicembre 2022, hai pubblicato un singolo molto bello. A chi è dedicato? E chi era “Il Professore”?

Il professore è dedicata a Pietro Carmina. Il professore Carmina scrisse, qualche anno prima, una struggente lettera dedicata ai suoi alunni, nel corso dei suoi tanti anni di insegnamento, in procinto del pensionamento. Il Presidente della Repubblica decise di ricordarlo il giorno di Capodanno, esaltandone le doti umane e puntando l’obiettivo sull’importanza delle figure educative. Figure che devono sempre essere esempio di vita. Una vita che bisogna mordere. Da protagonisti, non da spettatori. Insieme, non da soli. “Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi: infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non ‘adattatevi’, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente”.

Abbiamo parlato dei tuoi recenti progetti e degli inizi della tua affermata carriera. Qualche domanda, a conclusione, per conoscere altri aspetti di Armando Cacciato. Quali sono i tuoi valori irrinunciabili?

I valori irrinunciabili sono semplici ed eterni. Rispetto verso il prossimo. Amore verso il più fragile.

Qual è la tua principale virtù, umanamente parlando?

L’empatia.

E il tuo peggior difetto?

La permalosità?

Qual è l’ultimo libro che hai letto?

“Ora che ho incontrato te” di Rosario Pellecchia.

Quali sono le tue cinque canzoni preferite, italiane e/o straniere?

Difficile ma ci proviamo:

Golden Slumbers / Carry That Weight / The End – Beatles

Personalità Empirica – Franco Battiato

L’Abisso – Francesco Bianconi

Mi Ritorni In Mente – Lucio Battisti

Kashmir – Led Zeppelin

Sei un fiume in piena. Dei tuoi prossimi progetti musicali, cosa puoi anticipare ai nostri lettori digitali?  

I prossimi progetti? Un nuovo singolo… un altro ancora per una bravissima interprete. Inoltre una serie di concerti con la mia musica, sia in acustico che in elettrico. Ed un omaggio ad uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi… vedrete! Grazie mille per questa intervista.

MICHELE BRUCCHERI

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