Mentre negli ospedali del Nord si cercava di arginare l’emergenza, in Francia usciva lo spot satirico sulla pizza Corona, “La nuova pizza italiana che farà il giro nel mondo”, Boris Johnson parlava di “immunità di gregge”, risposta leggera alle nostre preoccupazioni eccessive e a un lockdown bollato da un presentatore tv britannico “come scusa per non fare niente” , e gli Stati Uniti ci guardavano con sospetto con Donald Trump che elaborava teorie sul perché c’erano così tanti contagi proprio da noi ad uso della sua battaglia contro la Cina.
Poi le immagini dei canti solidali dalle finestre dalle nostre città deserte sono diventate virali, in quel misto di folklore e immaginazione che da sempre fa presa all’estero. Ma soprattutto, seppur pagando un tributo doloroso, con passi avanti e a volta indietreggiando, sono diminuiti gli infetti e i decessi.
In un articolo sul New York Times, intitolato “Come l’Italia ha ribaltato la calamità del Coronavirus”, il corrispondente a Roma del quotidiano, Jason Horowitz, ripercorre il passaggio “da paria globale a modello da seguire – per quanto imperfetto – sul contenimento virale” di un Paese che “dà lezioni ai suoi vicini e agli Stati Uniti”, si legge nell’articolo.
Pochi mesi dopo l’esplosione della malattia in Lombardia, l’America ha raggiunto il primo posto nella triste classifica dei contagi e gli Stati europei che una volta ci guardavano compiaciuti e un po’ sufficienti, della serie “a noi non potrà mai capitare”, stanno affrontando nuovi focolai, imponendo nuove restrizioni, e valutando se bloccare nuovamente le città.
In Francia si registra una nuova impennata di contagi, la Spagna preoccupa per il record di positivi, persino la Germania, elogiata per la sua risposta efficiente e la tracciabilità dei contatti rigorosa, ha avvertito che il comportamento lassista sta provocando un aumento dei casi.
E in italia? “I suoi ospedali” si legge nell’articolo, “sono praticamente vuoti di pazienti Covid-19. Le morti quotidiane attribuite al virus in Lombardia, la regione che ha sopportato il peso maggiore della pandemia, si aggirano intorno allo zero. Il numero di nuovi casi quotidiani è precipitato a uno dei più bassi in Europa e nel mondo”. La prudenza sembra aver pagato: “Nonostante un piccolo aumento dei casi questa settimana, gli italiani sono cautamente ottimisti per il virus sotto controllo – anche se i principali esperti di salute in Italia avvertono che il compiacimento rimane il carburante per il jet della pandemia e sono consapevoli che l’immagine può cambiare in qualsiasi momento”.
“Dopo un inizio incerto – scrive Horowitz – l’Italia ha consolidato, o almeno mantenuto, i vantaggi di un duro blocco a livello nazionale attraverso un mix di vigilanza e dolorosamente acquisito competenza medica. Il suo governo è stato guidato da comitati scientifici e tecnici. Medici locali, ospedali e funzionari sanitari raccolgono quotidianamente più di 20 indicatori sul virus e li inviano alle autorità regionali e centrali. Il risultato è una radiografia settimanale della salute del Paese su cui si basano le decisioni politiche. È molto lontano dallo stato di panico, e quasi dal collasso, che ha colpito l’Italia a marzo”.