Al festival “Per un pugno di terra”, il ventre siciliano e la narrazione intensa Aldo Rapè (di Francesca Mulè)

Scritto da on 20 Settembre 2022

(di Francesca Mulè) Si è svolto lo scorso sabato, presso l’agriturismo “Terra delle Antiche Solfare” il festival denominato: “Per un pugno di terra” curato da Prima Quinta Produzioni di Aldo Rapè. La manifestazione ha avuto inizio con l’installazione delle opere dell’artista Antonio Foresta seguito dall’incontro dibattito con Stefania e Aldo Falzone proprietari dell’agriturismo, sul tema: “I custodi della terra”.
Qui, in un contesto del tutto naturale tra alberi di conifere ed eucalipti, Aldo Rapè ha messo in scena una delle sue più importanti opere teatrali “Pinuccio”, storia di un caruso di appena dieci anni che, con i suoi due fratelli più piccoli, è costretto a lavorare in miniera.
Pinuccio narra se stesso nel luogo che gli è più familiare, la miniera di zolfo. Pinuccio e la miniera si incontrano e ci donano il passato nella pienezza della vita. La narrazione è intensa e suggestiva, ci porta ad immaginare la scena del racconto in ogni sua parte e nel dettaglio, non solo visivo ma anche emotivo, regalandoci gioie e dolori.
Pinuccio entra nelle viscere della terra che gli è stata matrigna privandolo del padre, morto inghiottito dalla miniera. Ma nella narrazione la terra è madre perché ci ospita, ci nutre, ci rende vulnerabili e più umani.
E questa volta Pinuccio imbocca realmente la strada per la miniera perché è tra le sue bocche ad Apaforte e Stincone. Buon viaggio Pinuccio e spero di rivederti presto.


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