A Palermo 9 minuti d’applausi per Rebeka impeccabile Norma
Scritto da Alberto Barcellona on 18 Aprile 2023
Nove minuti di applausi hanno salutato al Teatro Massimo il debutto della “Norma” di Vincenzo Bellini, opera che mancava dalle scene palermitane dal 2017. Grande esibizione del soprano lettone Marina Rebeka, una delle voci più belle del panorama odierno, splendida Norma per fraseggio, coloratura, interpretazione, una star del belcanto, capace di trainare tutto il cast. Dal podio il giovane Lorenzo Passerini dirige con mano ferma la sinfonia iniziale, mettendo l’accento sulla forte intensità drammatica che preannuncia il dramma della sacerdotessa dei druidi, e si dimostra impeccabile nel finale. Il sipario si apre sul mondo barbaro e primitivo dei Galli, dopo l’invasione dei romani, una scena di Federica Parolini, fatta di corde, stoffe e legni, fili intrecciati, come in una gabbia che tende a chiudere Norma in un destino di morte. Anche i costumi di Daniela Cernigliaro replicano le stoffe grezze e i fili applicati, leggeri e duttili. Una sola corda rossa unisce in diagonale il tempio e il cielo: sarà un filo di sangue e di morte che vedrà salire sul rogo Norma e il suo amante, il proconsole Pollione, nel finale che si tinge di rosso, mentre le fiamme inghiottono la parabola terrena dei due amanti.
L’aria “Casta Diva” – lo spettacolo si ferma per l’infinita durata dell’applauso – intonata da Rebeka è una vera preghiera alla luna, sempre presente in scena a richiamare il doppio di Norma, donna innamorata. Molto apprezzato anche il terzetto che vede Norma affiancata da Pollione (Dmitry Korchak), bella interpretazione del ruolo di un romano spavaldo, particolarmente a suo agio nello strepitoso finale, e l’Adalgisa di Maria Barakova, giovanissima, forse un po’ troppo per la difficile parte, che però entusiasma nel duetto “Mira o Norma”. Buona prova per Riccardo Fassi, Oroveso, padre e re atterrato dal dolore. Elisabetta Zizzo è Clotilde e Massimiliano Chiarolla canta il ruolo di Flavio. Belle le luci che disegnano lo spazio.
Notevole l’effetto straordinario dato da un solo proiettore che illumina Norma e cancella tutto il resto nel momento della confessione, “Io stessa, il rogo ergete”. Buona prova per l’orchestra e per il coro diretto da Salvatore Punturo.
In scena fino al 23 aprile.